Descrizione
“Quello lassù è il paese”, disse Appello. L’irritazione di Bernstein svanì, ed egli si sporse in avanti. Restarono così per vari minuti, guardando come si avvicinava quel paese che sembrò loro ubicato in modo ridicolo, più ancora di tutti quelli che avevano visto nelle quattro settimane passate a spostarsi da un luogo all’altro del territorio. Gli sembrava una vecchina arroccata sul tetto per timore dei ladri. La pianura si presentava piatta come una tavola ancora per qualche centinaio di metri. Alla fine, come un pilastro, si ergeva il monte; torreggiava squadrato e rigido verso l’alto, restringendosi solo verso la sommità. E lassù, ancora appena visibile, era accovacciata la cittadina, velata lì per lì da nuvole bianche, per poi riapparire minuscola e tranquilla, come un porto in montagna che si profili al confine del mare.
Il racconto qui presentato in lingua originale e traduzione, Monte Sant’Angelo, comparve dapprima nel 1951 sul Harper’s Magazine, e poi, rimaneggiato, nella collezione di racconti intitolata Non ho più bisogno di te, 1967. La storia trae origine da un viaggio realmente compiuto dall’autore sul Gargano nel 1948 insieme all’amico Jim Longhi. La postfazione dei curatori Cosma Siani e Mariantonietta Di Sabato, anche autori della traduzione italiana, ne spiega le ragioni e gli esiti.
Arthur Miller (New York 1915-Roxbury, Connecticut, 2005) s’impose all’attenzione con il dramma Erano tutti miei figli (1947), e poi con Morte di un commesso viaggiatore (1949), che gli diede fama internazionale. Seguirono Il crogiolo (1953), sulla caccia alle streghe nel Seicento e indirettamente nel periodo maccartista; Uno sguardo dal ponte (1955), che rievoca una reale tragedia italoamericana di cui Miller aveva avuto notizia; Dopo la caduta (1964), rispecchiante il suo rapporto con l’attrice Marilyn Monroe. Uno dei suoi ultimi drammi, Il prezzo (1968) tenne le scene per 429 repliche. Questi drammi, come altre sue opere, approfondiscono la vicenda psicologica dell’uomo contemporaneo, incrociando l’aspetto sociale e quello privato. Miller fu anche giornalista, sceneggiatore e narratore. Risale al 1945 il romanzo Focus, sul tema dell’antisemitismo.
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